La superstizione porta sfortuna.

LA SUPERSTIZIONE PORTA SFORTUNA.

La storia di Colobraro

di Antonella Greco

Anni addietro, a Colobraro (MT), una piccola realtà contadina del Mezzogiorno italiano, un episodio di accidentata natura ha generato una serie di credenze e pregiudizi a sfondo superstizioso, tanto da conferire al paese una famigerata nomea: “Il paese innominabile”.

I fatti narrano di un abitante locale convocato in pretura al fine di sostenere una causa, dovuta a screzi personali con un altro concittadino. Al momento dell’arrivo in pretura pare che il prefetto si sia rivolto ironicamente ai due contendenti pronunciando la frase: “Se non è vero ciò che affermo possa cadere il lampadario.”

Secondo altre versioni, la frase pronunciata sarebbe stata: “Non fatemi arrabbiare, o cade il lampadario.”

Che sia vera una versione o l’altra della vicenda, l’intento intimidatorio risultò alquanto efficace, nonostante l’iperbolica affermazione. Ebbene, ironia della sorte, il lampadario cadde.

Ma nella realtà quante probabilità ci sono di far cadere un lampadario grazie ad uno scatto d’ira?

Da lì, la condanna a morte per il paese. Colobraro divenne così famoso e temuto a tal punto di non essere neanche nominato, pena le conseguenze della sfortuna.

Questo “bigottismo superstizioso” ha portato la gente dei paesi vicini ad effettuare i dovuti scongiuri ogni qualvolta ci si accinge a passare per Colobraro, o semplicemente quando per casualità lo si nomina.

Tutt’oggi si crede che sia deleterio far arrabbiare un abitante di Colobraro in quanto il suo potere di lanciare maledizioni sia elevato.

Gli abitanti della comunità non sono particolarmente entusiasti della fama che gli è stata dipinta addosso.

Ma ciò che tutt’oggi stupisce di più non è vedere come la gente creda ancora a queste leggende, ma il fatto che ci creda senza un reale motivo di fondo.

La verità è che siamo ancora tutti schiavi del pregiudizio.

 

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